Quando Squid Game è stato rilasciato su Netflix, ha rapidamente conquistato il mondo con la sua trama intensa e il suo stile visivo unico. La serie, creata da Hwang Dong-hyuk, esplora temi universali come la disuguaglianza economica e la disperazione umana attraverso il filtro di giochi mortali. Ma questa storia è basata su eventi reali? La risposta, pur non essendo semplice, include spunti dalla realtà sociale e storica, con legami a vicende inquietanti come il caso di Brothers Home.
L’ispirazione dietro Squid Game
Hwang Dong-hyuk ha rivelato che l’idea per la serie è nata nel 2009, durante un periodo di difficoltà economica personale. Disoccupato e indebitato, Hwang passava il tempo leggendo manga giapponesi come Battle Royale e Liar Game, da cui ha tratto l’idea di un gioco di sopravvivenza.
Tuttavia, il regista voleva creare una storia che fosse più di una semplice competizione mortale. Squid Game è una critica sociale, una metafora delle lotte che molte persone affrontano ogni giorno in un sistema economico iniquo. I giochi stessi, basati su passatempi infantili coreani, rappresentano simbolicamente il contrasto tra innocenza e brutalità.
Il caso di Brothers Home: un inquietante parallelo
Anche se Hwang non ha mai dichiarato che Squid Game sia basato su una storia vera, esiste un evento storico sudcoreano che presenta inquietanti similitudini con la serie: il caso di Brothers Home.
Negli anni ‘70 e ‘80, durante il regime autoritario sudcoreano, il governo avviò una campagna per “ripulire” le strade, arrestando senzatetto, disabili e persone emarginate. Questi venivano trasferiti in strutture come Brothers Home, un centro a Busan che avrebbe dovuto riabilitare i suoi ospiti.
In realtà, Brothers Home era un luogo di sfruttamento e terrore. I detenuti erano costretti a lavorare in condizioni disumane, subivano torture, abusi sessuali e, in molti casi, morivano. Si stima che oltre 500 persone abbiano perso la vita in questa struttura, che rimase operativa per anni grazie alla corruzione e all’omertà delle autorità.
Il caso venne alla luce solo nel 1987, ma non ricevette l’attenzione che meritava. Questo episodio oscuro della storia sudcoreana riflette molte delle tematiche affrontate in Squid Game, tra cui l’abuso di potere, la disumanizzazione e l’indifferenza verso i più vulnerabili.
Collegamenti tra Squid Game e Brothers Home
Sebbene Hwang Dong-hyuk non abbia mai dichiarato un legame diretto con Brothers Home, i parallelismi tra la serie e questo caso reale sono evidenti:
1. Sfruttamento delle persone vulnerabili: Proprio come i partecipanti a Squid Game sono reclutati per via della loro disperazione, le vittime di Brothers Home erano emarginate, facili da sfruttare.
2. La segretezza e l’omertà: I giochi nella serie si svolgono lontano dagli occhi del mondo, proprio come le atrocità di Brothers Home rimasero nascoste per anni.
3. La lotta per la sopravvivenza: In entrambi i casi, le vittime sono costrette a vivere in condizioni estreme, lottando per la loro vita in un sistema progettato per distruggerle.
La realtà dietro la fantasia
Anche senza un legame diretto con eventi storici come Brothers Home, Squid Game è profondamente radicato nella realtà. La Corea del Sud, infatti, ha uno dei tassi di debito familiare più alti al mondo, e le disparità economiche sono un tema sempre più pressante. La serie utilizza la competizione mortale come metafora per evidenziare quanto possa essere spietata la lotta per la sopravvivenza in una società dominata dal capitalismo.
Conclusione
No, Squid Game non è basato su una storia vera, ma è innegabile che prenda ispirazione da problemi reali e da episodi storici come Brothers Home. La serie non racconta una vicenda specifica, ma riflette un sistema sociale e umano che può rivelarsi altrettanto brutale.
La connessione con la realtà rende Squid Game più di un semplice intrattenimento: è un monito sulle conseguenze della disuguaglianza e dell’indifferenza. La storia di Brothers Home ci ricorda che, sebbene possa sembrare frutto di fantasia, spesso la realtà è altrettanto, se non più, crudele.