Le varianti nel videogaming

Videogaming - Evoluzioni e varianti dei videogiochi più longevi.

 

Le varianti del videogaming

Nonostante sia un medium abbastanza giovane, e soprattutto dalla valorizzazione particolarmente recente, anche il videogame ha alle spalle una sua storia e dei suoi aspetti ricorrenti. Tratti salienti si sono velocemente distinti in varie produzioni fino a creare delle vere e proprie tradizioni e consuetudini, al rispetto delle quali i titoli successivi dovrebbero uniformarsi. In un contesto del genere, dai titoli più impegnati fino a semplici passatempi emerge presto il bisogno di novità e originalità, componenti necessarie per mantenere un videogioco al centro dell’attenzione. Se a tale bisogno si risponde generalmente con novità di gameplay, apportando modifiche più o meno pesanti che vanno a incidere su alcuni aspetti di un titolo altrimenti identico al suo predecessore, più interessante è invece il discorso riguardo le varianti. Esattamente come in qualsiasi sport o passatempo, anche il videogaming rappresenta un terreno fertile per l’introduzione di nuove versioni; in genere pesanti modifiche di classici del genere, talvolta però in grado di attestarsi e godere di fortune pari o superiori a quelle dei loro ispiratori.


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Si può prendere come esempio un simulatore di calcio, appuntamento annuale per milioni di appassionati. Le serie più storicamente rilevanti, FIFA di Electronic Arts e Pro Evolution Soccer di Konami, oggi ribrandizzato eFootball, si sono sempre distinte per essere le simulazioni globalmente più convincenti, apportando anno per anno migliorie in termini di movimenti dei calciatori, volti, licenze di squadre, campionati e così via. Il tutto, comunque, in un panorama che anno dopo anno proponeva un titolo fondamentalmente identico, seppure leggermente aggiornato, del precedente. Proprio questa situazione dev’essere stata alla base della decisione di Electronic Arts, nel 2005, di lanciare la serie FIFA Street. Come suggerisce il titolo, si tratta di una variante caratterizzata dal proporre il calcio giocato in strade e vicoli, senza arbitri né regole e con un forte focus su mosse spettacolari e acrobazie. In quegli anni d’altra parte del calcio era particolarmente sottolineato l’aspetto spettacolare, e ponendo tale variante al centro di un suo titolo EA ha sicuramente indovinato: nonostante l’ultimo capitolo risalga al 2012, la serie conta oggi tre titoli e un reboot.


Un discorso analogo può essere fatto anche riguardo varianti che riflettono quanto già in opera nella quotidianità: è questo il caso del blackjack 21+3, per esempio, ossia una variante che aggiunge una puntata secondaria al blackjack, presente in numerosi siti che lo includono tra gli intrattenimenti proposti. Il blackjack, come altri intrattenimenti analoghi, si è sempre mantenuto aperto a modifiche e innovazioni delle regole che ne facessero nascere varianti. Quella in questione, diffusa specialmente online, riguarda una puntata che unisce poker e blackjack: lo scopo è unire le proprie carte con una del banco per formare un punteggio valido nel poker a tre carte.
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È inevitabile che un titolo particolarmente longevo, proprio per la sua lunga tradizione, sarà specialmente interessato da possibili varianti. Un aspetto che ha investito uno dei brand più remunerativi del mondo del videogaming: quello Pokémon. Approdata per la prima volta sul Nintendo Game Boy nel 1996, la serie si è sempre caratterizzata per il genere J-RPG, l’esplorazione e il combattimento a turni: un particolare mix di successo che però, giunti al 2018, cominciava a segnare il passo. Proprio per questo sono stati lanciati i due Let’s Go: questi hanno totalmente rivoluzionato alcuni capisaldi della serie, importando da un titolo in realtà aumentata come Pokémon GO aspetti fino ad allora immutati come i sistemi di reciproche resistenze e debolezze, oppure le meccaniche di cattura. Due titoli che hanno rappresentato a tutti gli effetti due varianti, posto che la serie principale ha proseguito sui binari tracciati da oltre vent’anni discostandosene il minimo necessario.


Sempre a proposito di serie longeve, infine, non si può fare a meno di citare Call of Duty: fra i più noti shooter in prima persona, il primo capitolo risale al 2003 e da allora si sono succeduti numerosi titoli con cadenza quasi regolarmente annuale. Nel 2020, cavalcando l’onda del battle royale che ha definito gli ultimi anni di storia videoludica, la serie ha lanciato Warzone: un capitolo free to play connesso attraverso eventi temporali ai giochi della linea principale. Si è trattato di una mossa che si è rivelata vincente, considerato come Warzone abbia raggiunto e fidelizzato una platea di videogiocatori ormai stanchi dello stile degli shooter classici: non a caso ne è stata distribuita anche una versione per dispositivi mobili, e nei prossimi giorni verrà lanciato il secondo capitolo di quella che, nata come variante, è oggi di fatto il prodotto di punta di un brand storico come Call of Duty.

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